Realizzare l’effetto rilievo su una mappa antica richiede molti passaggi: tassello dopo tassello si costruisce il risultato finale, e ogni fase ha un’importanza cruciale per la qualità del prodotto conclusivo.
Una delle prime fasi è il restauro della mappa scelta. Molto spesso le mappe disponibili presso librerie e archivi sono state digitalizzate per evitarne la perdita, ma presentano numerose criticità: parti strappate o mancanti, macchie scure dovute al tempo, pieghe che ne compromettono la leggibilità o che deformano il supporto rendendo complessa la georeferenziazione.
Un esempio particolarmente evidente di queste problematiche è la planimetria della città di Milano, realizzata nel 1910 da Ferdinando Sacchi e pubblicata da Artaria Editore.
Questa mappa rappresenta un vero e proprio campionario delle difficoltà che si possono incontrare nel restauro cartografico: porzioni mancanti, macchie molto evidenti, pieghe di vario genere, alterazioni cromatiche e un marcato ingiallimento del foglio.
L’immagine riportata di seguito ha rappresentato per noi un’ulteriore sfida. Come si può notare dal dettaglio a sinistra, il nome di una via risultava incompleto: l’unica parte leggibile era “lice”. Come ricostruire il nome completo?
Il primo passo è stato analizzare la zona. La via in questione è una traversa di Corso Sempione e, con un po’ di fortuna, risulta ancora presente nella cartografia attuale. Questo ci ha permesso di restringere rapidamente il campo delle ipotesi.
Dalle mappe contemporanee emerge che la via esiste ancora, ma oggi si chiama Via Marcantonio dal Re, segno che la denominazione è stata modificata nel tempo. Il passo successivo è stato quindi confrontarla con alcune mappe storiche di Milano già in nostro possesso, ma non ancora restaurate, risalenti al periodo tra il 1930 e il 1945. Era plausibile che la via avesse mantenuto il nome originale almeno fino a quegli anni.
Anche questa ipotesi si è però rivelata errata: già nel 1930 la via risultava intitolata a Marcantonio dal Re. A questo punto le alternative erano due: proseguire la ricerca o eliminare del tutto il residuo del vecchio nome, lasciando la via priva di nomenclatura.
Abbiamo scelto di continuare la ricerca, consultando gli archivi digitalizzati del Comune di Milano. Tra numerose carte e mappe catastali, ne abbiamo infine trovata una datata proprio 1910, lo stesso anno della nostra mappa, che riportava chiaramente la dicitura corretta. In questo modo abbiamo potuto completare il restauro inserendo il nome “Via Salice”.
La maggior parte delle persone che sceglierà di decorare un ambiente con questa mappa probabilmente non noterà mai questa via. Forse non si accorgerebbe nemmeno se fosse rimasta anonima. Ma è proprio questo il senso del restauro: compiere interventi invisibili affinché tutto risulti visibile e coerente.
Dopo il restauro, la mappa ha abbandonato il suo aspetto deteriorato per acquisire nuova luce, fino a trasformarsi definitivamente nella sua versione in shaded relief.
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